A dar retta a chi se ne intende, la qualità della pasta di semola dipende in larga parte dal tipo di grano utilizzato. Da come si compone la miscela: molto spesso un grano di alta qualità viene mescolato con altri di tipo più scadente. Grano duro a grano tenero. Certo è che sul risultato finale poco incide la provenienza del grano. Che sia italiana o meno l’importante è che la materia prima sia buona.

Anzi, ad andare indietro nel tempo scopriamo che persino uno delle varietà di grano “italiano” di maggiore pregio la Senatore Cappelli (di cui si fregiano paste super blasonate) di italiano – all’origine – ebbe ben poco. Siamo tra gli anni ’20 e ’30 del secolo scorso e un geniale agronomo marchigiano Nazareno Strampelli si mette in testa di trovare qualità di grano resistenti e che consentano messi abbondanti. La sua ricerca parte da una varietà italiana molto modesta, la Rieti, che ha il vantaggio di non essersi ibridata da tempo immemore, di essere cresciuta in valli isolate e di aver sviluppato una resistenza a molti parassiti. La Rieti però è una varietà di grano tenero, sensibile alle variazioni climatiche (le spighe si piegano sotto l’azione del vento e della pioggia). E  dalla resa piuttosto bassa.

Strampelli con pazienza inizia a incrociare tra loro centinaia di varietà di grano provenienti da tutto il mondo. Una scelta coraggiosa e controcorrente perché in periodo di autarchia fascista andavano per la maggiore le teorie della selezione di grani autoctoni (italiani diremmo oggi). Nonostante le diffidenze, quella di Strampelli si dimostra un’intuizione felice perché è dall’incrocio della Rieti con una qualità proveniente dal Nord Africa che nasce la mitica varietà Senatore Cappelli (in onore del marchese Raffaele Cappelli che credette e sostenne l’impresa di Strampelli).  Insieme alla Senatore Cappelli l’agronomo feconda decine e decine di grani che una volta data buona prova di sé diventano richiestissimi in molte parti del mondo. Una delle “varietà Strampelli” sarebbe stata scelta da Mao per la semina delle sterminate campagne cinesi.

Una piccola lezione che ci ricorda quanto curiosità e apertura al mondo consentano progressi più felici di una pericolosa miopia culturale.

(25 ottobre 2018 – in occasione del World Pasta Day)

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