Ricordate i Sei personaggi in cerca d’autore? L’idea che i protagonisti di un racconto abbiano un’esistenza propria, indipendente da chi li ha inventati. A questo ho pensato quando ho letto che l’ispettore Pepe Carvalho avrà nuova vita, nonostante il suo autore, Manuel Vazquez Montalban sia morto da tempo. L’impresa – “inedita” – spetterà ad un altro scrittore spagnolo, Carlos Zanón.

La prima volta che ho letto un libro di Montalban l’ho fatto un po’ perché – allora – non si poteva non farlo. Era molto in voga. Anche la letteratura va a mode. Nonostante questo, ho immediatamente amato l’ispettore Carvalho. Per una ragione semplice, la sua umanità. Una figura di ispettore che assomiglia così poco all’idea romantica del tutore della legge. È  proprio il suo essere irrispettoso, sboccato, crapulone che me lo ha reso così familiare.

Ma Carvalho per me ha un’importanza speciale. Nel mio libro La Sottomissione la cucina gioca il ruolo chiave di riconciliazione, di salvezza: un’inaspettata ricetta per il risotto alla milanese di Gadda fa intravedere al protagonista  – S. – la possibilità di rimettersi in contatto con le proprie emozioni. Funzione salvifica e vitale che ritrovo in Carvalho quando ad un’amico che dichiara il proprio disinteresse per la cucina  – «non mi attrae. Mangio per vivere» – replica «Lo temevo. Lei doveva pur avere qualche difetto.» (“Il centravanti è stato assassinato verso sera”).


Come ogni gourmand che si rispetti l’ispettore reinterpreta a suo modo le ricette. Ce le racconta mentre le prepara. Il Carvalho cuoco è uno sperimentatore, curioso e competente, come il suo autore che di professione era anche un noto gastronomo.

A Barcellona esiste un ristorante che propone menu dedicati a Carvalho, Casa Leopolda, con piatti come il baccalà con patate e uovo o la trippa con fagioli bianchi.

Ecco la personalissima versione di Carvalho per la Fiderà, versione catalana della nota “Paella”.

Prima di tutto bisogna soffriggere bene le carni e nell’olio fare un soffritto denso, disidrattato, secondo i canoni perfettamente spiegati da Josep Pla, un grande scrittore catalano che suppongo sia stato tradotto in tailandese: Una volta pronto il soffritto vegetale di cipolla, pomodoro e peperone, si aggiungono le carni di maiale, pollo e calamari e si tengono da parte i gamberi per buttarli all’ultimo momento. In questo umido si devono stufare i tagliolini normali, però, per riguardo alla fragilità di questi tagliolini di riso che lei mi ha procurato, li terrò a parte per l’ultimo momento e verserò il brodo sul soffritto fino a rompere il bollore e avanti così perché si mescolino i sapori. Poi i fidelini e i gamberi spellati e, due o tre minuti prima di toglierlo dal fuoco, un trito di aglio con olio e poi si lascia riposare lo zuppone e vediamo cosa viene fuori.

(Manuel Vazquez Montalban, Gli uccelli di Bangkok)

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